Mutui per donne in gravidanza: ci sono agevolazioni se si è incinta?

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In questo articolo vi parlerò delle agevolazioni rivolte alle coppie che stanno allargando la loro famiglia e che sono in attesa che la cicogna si posi sul tetto della loro casa. Si sa, mettere al mondo figli ha un costo non indifferente; se a questo sommiamo l’incertezza riguardo al futuro che abbiamo da offrire, si comprende come alle volte tutto questo ci può spaventare e far desistere.

Analizziamo quindi insieme le opportunità e i sussidi che lo Stato Italiano mette a disposizione in occasione di nascite, adozioni o affidi di un figlio e cerchiamo di ridare un po’ di fiducia e speranza alle famiglie, che non lo dimentichiamo mai, sono il pilastro della nostra società.

Assegni di maternità

Nel caso in cui una donna non sia riuscita ad accumulare sufficienti contributi per poter usufruire del trattamento economico relativo alla maternità, posso consigliare due soluzioni:

  • Assegno di maternità statale (assegno che viene erogato dall’INPS ed è quindi a carico dello Stato).
  • Assegno di maternità dei Comuni (assegno che la madre può richiedere al proprio Comune in caso non sia una lavoratrice).

L’assegno di maternità statale è un assegno per lavoratrici atipiche e discontinue e spetta di diritto:

  • alla madre, anche in caso di madre adottiva;
  • al padre, anche in caso di padre adottante;
  • ai genitori affidatari in attesa di adozione;
  • alla persona adottante anche in caso non sia coniugata;
  • al coniuge della madre adottante o della madre affidataria in attesa d adozione;
  • ai genitori affidatari (non in attesa di adozione) nel caso in cui non ci sia riconoscimento o riconoscibilità da parte di tutti e due i genitori.

Quali sono i requisiti per l’assegno di maternità di Stato?

Per poter ricevere l’assegno di maternità di Stato è necessario essere residenti in Italia, avere la Cittadinanza Italiana o la cittadinanza di uno Stato appartenente all’Unione Europea. Nel caso di cittadini extracomunitari, verrà richiesto il permesso di soggiorno CE nel caso si tratti di periodi di tempo prolungati.

I requisiti a cui deve rispondere la madre sono i seguenti:
  • nel periodo compreso tra i 18 e i 9 mesi prima del parto, se la madre possiede un lavoro, deve aver versato come minimo 3 mesi di contribuzione per maternità. Lo stesso vale nel caso si tratti di adozione a livello nazionale, affidamento in attesa di adozione o adozione a livello internazionale;
  • nel caso la futura madre abbia concluso il rapporto di lavoro durante la sua gravidanza, deve essere in grado di farsi riconoscere 3 mesi di contribuzione per maternità nel periodo compreso tra i 18 e i 9 mesi prima del parto. Questo vale anche se la fine del rapporto lavorativo è stato volontario.
  • nel caso la futura madre abbia lavorato per un periodo di tempo pari ad almeno tre mesi ed abbia perduto il diritto alle prestazioni assistenziali e previdenziali, il tempo tra la data di tale perdita e la data del parto non può superare né il periodo delle prestazioni di cui si ha avuto beneficio, né i nove mesi. Lo stesso vale anche in caso di affido o in caso di adozione.

I requisiti a cui deve rispondere il padre sono i seguenti:

  • nel caso in cui il padre sia un genitore affidatario in attesa di adozione e in questo lasso di tempo si separi dalla moglie, egli dovrà avere i requisiti contributivi richiesti alla stessa nel momento dell’affidamento;
  • nel caso in cui si tratti di affidamento esclusivo del figlio nei riguardi del padre, o si verifichi l’abbandono del figlio da parte della madre, egli dovrà avere i requisiti contributivi della stessa nel momento in cui si verifichino tali condizioni;
  • nel caso in cui si tratti di padre non coniugato adottante, nel momento dell’adozione egli dovrà avere i requisiti contributivi richiesti alla madre;
  • nel caso in sui si tratti di padre adottante, nell’eventualità di adozione senza affidamento durante una separazione fra i coniugi, nel momento dell’adozione dovrà avere gli stessi requisiti contributivi richiesti alla madre.
  • in caso di morte della madre naturale, adottiva o affidataria, il padre sia il marito o abbia riconosciuto, al momento della richiesta egli dovrà presentare i seguenti documenti:
    • documenti che attestino che il minore è allocato presso la sua famiglia anagrafica;
    • documenti che attestino la residenza ed il regolare soggiorno in Italia del padre o del marito della deceduta;
    • documenti che attestino la potestà sul minore;
    • documenti che attestino che il minore non sia affidato ad altre persone e che la donna deceduta non abbia già beneficiato dell’assegno.

Nell’ultimo caso suddetto, dal momento che il diritto all’assegno è derivante dalla madre o dalla donna deceduta, non sono necessari i requisiti relativi ai tre mesi di contributi nel lasso di tempo compreso tra i 18 e i 9 mesi precedenti. La stessa cosa vale per il periodo di tempo della perdita del diritto alle prestazioni assistenziali o previdenziali.

A quanto ammonta l’importo dell’assegno?

L’assegno è pari a 1.713 Euro pari a 5 mensilità di 342,62 Euro.

Ogni anno in base alla variazione dell’indice ISTAT, viene rivalutato l’importo dell’assegno. Esso viene quantificato sulla base dei salari medi convenzionali che l’ISTAT fornisce ogni anno e che sono consultabili sul sito.

Come e quando fare domanda

La domanda per ottenere l’assegno di maternità statale va inoltrata entro i sei mesi dalla nascita del bimbo o dall’arrivo in famiglia del minore nel caso si tratti di affidamento o adozione; deve essere inviata per mezzo telematico alla sede INPS di competenza collegandosi al portale, rivolgendosi ai patronati o contattando il numero verde 803 164.

L’assegno di maternità del Comune

L’assegno di maternità del Comune è un assegno che può essere richiesto da una madre non lavoratrice in caso di nascita di un figlio, in caso di affidamento in attesa di adozione (minore che non superi i 6 anni di età) o in caso di adozione. In caso di adozione o affidamento a livello internazionale l’età del figlio può arrivare fino ai 18 anni.

L’assegno di maternità del Comune spetta di diritto a:

  • madri italiane o comunitarie che al momento del parto o all’arrivo del bimbo affidato/adottato siano residenti in Italia;
  • madri non comunitarie che al momento del parto o all’arrivo del bimbo affidato/adottato siano residenti in Italia e siano in possesso di:
    • permesso di soggiorno CE nel caso si tratti di un lungo periodo di tempo o;
    • carta di soggiorno.

La domanda per ottenere l’assegno di maternità del Comune va inoltrata al proprio Comune di Residenza tramite degli appositi modelli.

Quali sono i requisiti per l’assegno di maternità del Comune?

La condizione per ottenere l’assegno di maternità di Stato è che i redditi ed i patrimoni in possesso della famiglia della madre non siano di valore superiore a quello segnalato dall’Indicatore della Situazione Economica (ovvero ISEE) nel momento di presentazione della domanda.

A quanto ammonta l’assegno di maternità del Comune?

L’assegno è pari a 1.713 Euro pari a 5 mensilità di 342,62 Euro nel caso la madre non sia una lavoratrice. Nel caso si tratti di madre lavoratrice, la somma verrà corrisposta per intero se alla stessa non spetta la retribuzione o l’indennità di maternità dell’INPS; nel caso questi due importi siano superiori rispetto a quello dell’assegno, quest’ultimo verrà pagato per la differenza (quota differenziale).

Poiché si ha diritto ad un assegno per ogni figlio che entri a far parte del nucleo familiare, nel caso si verifichi un parto gemellare  o nel caso in cui l’adozione o l’affidamenti riguardi più minori, l’importo verrà moltiplicato per il numero dei figli.

Come abbiamo già detto prima è importante ricordare che l’importo dell’assegno viene rivalutato annualmente. Esso viene quantificato sulla base dei salari medi convenzionali che l’ISTAT fornisce ogni anno e che sono consultabili sul sito.

Fondo sostegno natalità

Parliamo ora del Fondo sostegno natalità, anche chiamato Fondo Nuovi Nati. È stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2017 con il fine di sostenere attraversi crediti le famiglie con uno o più figli, nati o adottati mediante la concessione di garanzie dirette a banche o intermediari finanziari.

Si può richiedere ad un istituto di credito un prestito fino a 10.000 Euro che dovrà essere restituito in 7 anni.

Bonus bebè

Le famiglie bisognose avranno quindi la possibilità di ottenere un prestito a tasso agevolato oltre al Bonus Bebè. ll bonus bebè, o assegno di natalità, è un riconoscimento economico ai genitori che risiedono in Italia o a genitori stranieri comunitari con permesso di soggiorno il cui reddito e patrimonio Isee non sia superiore a 25.000 euro annui. Occorre presentare l’apposita domanda all’INPS entro 90 giorni dalla nascita o dall’ingresso in famiglia del minore. (valido sia per il primo figlio, sia per il secondo).

Bonus mamma domani

Oltre al bonus bebè ci sono anche altre agevolazioni: assegno di natalità anticipato riservato alle future mamme che stanno entrando nel settimo mese di gravidanza. Questo nuovo aiuto si chiama Bonus mamma domani ed è un bonus pari ad 800 euro richiedibile dalle future mamme, facendo domanda presso l’INPS.