Mutui a protestati e pignorati: guida completa

mutuo a protestati

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I mutui a protestati e pignorati sono davvero un’opzione possibile o l’aver avuto disguidi con la restituzione di prestiti precedenti preclude per sempre questa possibilità? Niente paura: ci sono delle soluzioni anche per questa categoria di clienti, che però dovrà fare un po’ più fatica per ottenere un mutuo oppure un finanziamento. Vediamo tutto quello che bisogna sapere sull’argomento.

Cattivi pagatori, protestati e pignorati: facciamo chiarezza

Spesso si usano i termini “cattivi pagatori”, “protestati” e “pignorati” come se fossero sinonimi. Tutti e tre i termini, in realtà, indicano dei clienti che hanno avuto difficoltà a rimborsare prestiti o finanziamenti e vengono quindi ritenuti poco affidabili da banche e finanziarie, che di conseguenza concedono difficilmente ulteriore liquidità. Ci sono però delle differenze da conoscere tra queste tre categorie:

  • cattivi pagatori: essere classificato come cattivo pagatore significa essere iscritto nelle liste compilate dalle Compagnie di Rischi, dalla Centrale rischi della Banca d’Italia e dai sistemi di informazione creditizia (Crif), veri e propri database che vengono consultati da banche e finanziarie prima di erogare un prestito. Queste liste raccolgono i nominativi di tutti coloro che hanno provveduto in ritardo al rimborso di un prestito o sono risultati insolventi. Si tratta in ogni caso di una situazione temporanea: la cancellazione dalle liste dei cattivi pagatori è automatica e avviene dopo un periodo di tempo che varia in base all’entità dell’infrazione commessa.
  • Protestati: si viene classificati come protestati quando non si è stati in grado di far fronte al pagamento di un debito sotto forma di titolo di credito, come ad esempio una cambiale, un assegno bancario, circolare o postale o un vaglia. L’atto di protesto è un atto pubblico, che viene registrato nel registro informatico dei protesti alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura. E’ possibile essere cancellati dal registro dei protestati nel caso in cui il protesto risulti illecito oppure se il debitore onora il suo debito entro dodici mesi dalla data di iscrizione del suo nome in questo famigerato registro.
  • Pignorati: il pignoramento è un atto che può esercitare un creditore nei confronti di un debitore insolvente e che dà il via ad un esproprio forzato di beni mobili e immobili. Ciò può avvenire se il creditore è in possesso di un titolo esecutivo, cioè di un documento che conferma l’esistenza del debito. Il pignoramento può essere mobiliare, cioè effettuato su arredi, auto o gioielli, oppure immobiliare, cioè su case e terreni. C’è anche il pignoramento presso terzi, che si rivale su conti correnti, canoni di locazione, pensioni, stipendi e simili.

Mutui a protestati e pignorati, le opzioni possibili e le limitazioni previste

Quello che non tutti sanno è che banche e finanziarie a volte prevedono delle soluzioni che vengono incontro alle esigenze di chi ha avuto questi problemi e che quindi risulta segnalato nelle banche dati del Crif. Ci sono diversi tipi di mutui a protestati e pignorati, che si possono scegliere in base alle proprie esigenze.

Ci sono ovviamente delle limitazioni. Per prima cosa non è detto che il mutuo venga concesso: ricordate che la decisione è sempre e comunque a discrezione della banca.

Poi in genere si devono fare i conti con tassi di interesse più elevati, con importi richiedibili abbastanza limitati e con percentuali di copertura del mutuo del 30 o del 50 per cento.

La soluzione più semplice: la cancellazione del protesto

Chiedere un mutuo quando si risolta protestati o pignorati presenta notevoli difficoltà. Una delle soluzioni più semplici da mettere in pratica è l’eliminazione della causa a monte del problema, ovvero procedere alla cancellazione del protesto.

E’ bene sapere che le informazioni contenute nel registro dei protesti vengono conservate per 5 anni al massimo, ma in alcuni casi si può richiederne la cancellazione anticipata.

Per quanto riguarda le cambiali, se il debito viene saldato entro 12 mesi dal protesto si può richiederne la cancellazione dal Registro Informatico, mentre se il pagamento avviene dopo i 12 mesi dalla levata del protesto non è possibile richiedere la cancellazione diretta, ma bisogna presentare la domanda al Presidente del Tribunale territorialmente competente della riabilitazione. In seguito, quindi, si può richiedere la cancellazione del protesto dal Registro Informatico presentando l’apposita istanza.

Per quanto riguarda gli assegni, invece, è sempre necessario ricorrere al presidente del tribunale competente per ottenere il provvedimento di riabilitazione e la successiva cancellazione del protesto. Questo ricorso, però, non può essere presentato prima di 12 mesi dalla data del protesto.

Chiedere un prestito consolidamento debiti

Un’altra opzione praticabile per farsi cancellare da queste famigerate “liste nere” e poter poi ottenere un mutuo è quella del consolidamento debiti.

Richiedere questo tipo di prestito consente di riunire il rimborso di tutti i finanziamenti in corso in un’unica rata di rimborso e, in qualche caso, di ottenere una liquidità aggiuntiva. Il tutto con la sicurezza di avere un’unica rata di importo sostenibile e un periodo di ammortamento più lungo.

E’ una strada praticabile per i lavoratori dipendenti, dal momento che viene richiesta la garanzia della busta paga.
In questo modo si possono saldare i propri debiti, penali comprese, e ottenere così la cancellazione dal registro dei protestati o dagli elenchi dei cattivi pagatori, per poter poi ottenere un prestito senza le restrizioni a cui va incontro chi risulta segnalato negli elenchi del Crif.

Mutui a protestati e pignorati con cessione del quinto

Una delle possibilità di ottenere un mutuo anche se si risulta protestati o cattivi pagatori è costituita dal mutuo con cessione del quinto, che può essere concesso ai dipendenti pubblici o privati e ai pensionati. Il motivo è semplice: in questo caso, infatti, la rata di rimborso mensile viene trattenuta direttamente dallo stipendio o dalla pensione, nella misura massima di un quinto della cifra complessiva. Questo in genere fornisce all’ente erogatore una garanzia sufficiente e quindi non sono richieste ulteriori garanzie oppure l’intervento di un garante. La durata massima del piano di rimborso, di solito, è di 10 anni.

Mutui a protestati con fidejussione

Un’altra strada che si può tentare per ottenere un mutuo per protestati o cattivi pagatori quella del prestito con fidejussione. Come dice il nome stesso, questo tipo di mutuo prevede l’intervento di un fidejussore, cioè di una terza persona che funga da garante e che si faccia carico di eventuali insolvenze da parte del debitore. Questa procedura è a tutti gli effetti una garanzia legale di pagamento.

Prestito casa, un’opzione anche per protestati e pignorati

Mutuo immobiliare e prestito casa sono entrambe forme di finanziamento finalizzate all’acquisto o alla ristrutturazione di un immobile. Il prestito casa può costituire un’ulteriore strada da tentare per chi ha avuto disguidi finanziari in passato e risulta segnalato nelle banche dati del Crif. Ci sono però delle particolarità e delle differenze da conoscere.

Il prestito casa, in particolar modo, è più adatto ad affrontare spese meno importanti dell’acquisto di una casa, come ad esempio i lavori di ristrutturazione o di riqualificazione energetica oppure l’acquisto dell’arredamento.

Il piano di ammortamento è di conseguenza più breve e la somma richiesta in genere viene concessa in tempi brevi. Visto l’importo ridotto che viene in genere erogato, spesso non vengono richieste garanzie reali a tutela della banca, ma nel caso di protestati e pignorati l’istituto di credito potrebbe decidere di tutelarsi maggiormente.

Mutui a protestati: le garanzie richieste

I protestati e i cattivi pagatori che hanno una pensione di anzianità o un lavoro dipendente a tempo indeterminato, sia nel settore pubblico che in quello privato, pur se con molte difficoltà, hanno qualche speranza di poter accedere ad un mutuo dando come garanzia, appunto, la pensione o la busta paga.

Cosa può fare, invece, chi è libero professionista, lavoratore autonomo, commerciante, imprenditore o professionista? La prima garanzia che può valutare di presentare questa categoria di lavoratori e professionisti è la garanzia reale su un immobile di proprietà. Avendo un bene immobiliare su cui potersi rivalere in caso di insolvenza del debitore, la banca o l’istituto di credito potrebbero decidere di procedere con l’approvazione del mutuo. La possibilità di un protestato già in possesso di un immobile che sia in procinto di acquistarne un altro, però, non è molto realistica e costituisce un’eventualità abbastanza rara.

Se quindi il protestato non ha a disposizione un immobile da offrire come garanzia reale alla banca a cui richiederà il mutuo, non resta che considerare la possibilità di fornire come garanzia la firma di un fidejussore, cioè di una terza persona che funga da garante e che sia coobbligata al rimborso.

In questo caso, se il debitore principale non riuscisse a saldare le rate di rimborso del suo piano di ammortamento, il fidejussore sarebbe obbligato a intervenire economicamente. In questo modo l’investimento della banca sarebbe sicuro e il mutuo avrebbe qualche possibilità di essere concesso anche a protestati e pignorati.